Dossieraggio, le parole di Meloni: «Fatto gravissimo, chi sono i mandanti?». Schlein: «Scandalo»

ROMA — Per la prima volta la premier Giorgia Meloni interviene sull’inchiesta di Perugia e lo fa attaccando duro: «Vogliamo sapere chi sono i mandanti perché questi sono metodi da regime — dice dall’Abruzzo —. Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato (si riferisce al pm Antonio Laudati e al finanziere Pasquale Striano, entrambi indagati per gli oltre 800 accessi abusivi alle banche dati della Dna, ndr ) che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento, per poi passare queste informazioni alla stampa, e in particolare ad alcuni esponenti della stampa».

Secondo le indagini, infatti, molte delle informazioni estratte dal finanziere Pasquale Striano dai database sono state poi passate ad alcuni giornalisti del quotidiano Domani, pure loro coinvolti nell’inchiesta. «Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa», dice Meloni che poi ringrazia dal palco di Pescara il procuratore di Perugia Cantone e il procuratore nazionale antimafia Melillo. Sono proprio loro due ad aver chiesto di essere ascoltati «con l’urgenza del caso» dal Csm, dalla Commissione Antimafia e dal Copasir: Melillo sarà audito oggi all’Antimafia, Cantone domani mattina e sempre domani entrambi andranno pure davanti al Copasir a riferire.

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