A Vigonovo per Giulia: folla e fiaccole, anche i genitori dell’assassino. Al centro della piazza, lo striscione che recita «Chi dimentica cancella»

Duemila fiaccole accese, tra quasi diecimila volti segnati dal dolore. È un fiume silenzioso quello che nella serata di ieri, in occasione della fiaccolata in onore di Giulia Cecchettin, ha illuminato le vie di Vigonovo fino a raccogliersi al centro della piazza, di fronte alla
chiesa. Ed è qui che lascia andare le lacrime Elena, sua sorella, mentre in sottofondo la colonna sonora del film «Il favoloso mondo di Amélie»

La sorella di Giulia: «non chiamateli più mostri, sono figli del patriarcato»

Il padre di Giulia «Ci manca già tanto. Mi appello a tutte: al primo segnale denunciate subito»

Tra loro c’erano anche i genitori di Filippo Turetta. «Hanno sentito fosse loro dovere esserci
— ha detto l’avvocato Emanuele Compagno — come segno di vicinanza alla famiglia Cecchettin, che non hanno incontrato». Il municipio illuminato di rosso, decine di primi cittadini dei Comuni del Veneziano e del Padovano, squadre di forze dell’ordine e una piazza colma di gente fanno da sfondo ai visi dei familiari di Giulia al centro della piazza, un passo indietro però allo striscione che recita «Chi dimentica cancella»

Ex Filippo Turetta, 22 anni, studente universitario padovano. Sabato 11 novembre ha sequestrato e ucciso la ex
fidanzata Giulia Cecchettin con la quale aveva chiuso da mesi: il corpo della ragazza è stato trovato l’altro ieri in un dirupo

Quando la musica si ferma papà e figlia percorrono la via di luce formata dalle candele e tornano a casa, seguiti da un lungo applauso che non cessa finché non varcano la soglia del
cancello. Al di qua della ringhiera, molti cittadini posano altri fiori, altre candele. «Sei la figlia di tutti noi» è scritto su uno dei biglietti lasciati intorno alla villetta. Quella che rimane
fuori è una comunità in pellegrinaggio che si commuove e si interroga su cosa può, deve e
dovrà cambiare. Emanuele, 11 anni, promette: «cambierà».

Elena, sorella di Giulia, lo promette dalle prime ore della mattinata. E lo fa attraverso i
suoi post su Instagram. «Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima—cita l’attivista peruviana Cristina Torres Caceres e poi aggiunge — Io non starò mai zitta, non mi farete tacere». Ed è proprio in uno di questi post «ricondivisi» che nasce la querelle con il ministro Matteo Salvini.

La lunga agonia di Giulia. Dall’ esame del video e delle lesioni, l’ipotesi che la ragazza sia stata caricata nel bagagliaio ferita ma ancora viva e poi uccisa.


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