È passata in secondo piano la notizia della dipartita di Bruno Bolchi conosciuto anche come ” Maciste “.
Milanese di nascita , dopo una carriera da giocatore con Inter e Torino tra le altre , intraprese una lunghissima carriera di allenatore durata quasi 40 anni.
Maciste era il tipico allenatore all’ italiana , quelli che , con il viso rugoso e le fatiche degli allenamenti scolpiti nel fisico da spartano , avevano iniziato la gavetta nei campi delle squadre di provincia.
E dalla provincia lanciarono il loro grido per molti lustri : sudore , corsa , impegno , calcio vivo e vero.
Interpretazione puro del calcio all’ italiana dove la domenica si scendeva tutti in campo allo stesso orario , le panchine e le rose erano corte , pochissimi stranieri in campo , durezza e bicipiti.
Bolchi ne incarnava uno dei massimi esponenti.
Non solo per il suo curriculum vitae ma anche perché ovunque è andato ha rimasto una scia di nostalgica.
Dalla provincia iniziò con la storica decaduta Pro Patria , ne prese le redini quando ancora era un giocatore.
Ma la sua vera ascesa fu con la Bari dei Matarrese. Dalla C1 alla serie A nel giro di due anni , sfiorando anche la finale della Coppa Italia.
Nella sua longeva carriera ottenne ben 4 promozioni dalla B alla A , diventando uno degli allenatori più vincenti della cadetteria ( Bari , Cesena , Lecce e Reggina ) e due promozioni dalla C alla B ( Bari e Pistoiese ).
Famoso anche per il suo excursus da traghettore : chiamato spesso in corso d’ opera per improbabili salvezze in A oppure delle risalite irte dalla B.
Uno dei casi più famosi fu quello del maggio del 1999 ovvero quando prese le redini della Reggina a poche giornate dalla fine del campionato. Condusse gli amaranto nelle ultime dei giornate ottenendo una storica promozione nella massima serie all’ ultima giornata vincendo al Delle Alpi contro il Torino.
Chiuse la carriera da allenatore prendendo le redini di squadre dal destino oramai certo come il Catanzaro oppure il Messina sua ultima panchina in A e in assoluto.
Esempi di allenatore all’ italiana , con il libero e lo stopper , fluidificanti , registi , mezzale , centravanti , catenaccio , pressing e palla lunga.
L’ avvento del nuovo corso e della nuova generazione di Covarciano ha sancito in pratica la fine di questa scuola. Non solo per dovuti limiti all’ età e al fisico ma anche perché soppiantati da nuovi metodi e nuovi sistemi. Oltre al fatto che alla candida figura di persone come ” Maciste ” , che hanno visto i veri campi da calcio e che la domenica da allenatori scendevano in campo con le tute e le scarpette , hanno preferito i pupi come le belle statuine. Delle centinaia di allenatori precocemente e spudoratamente lanciati subito sulle panchine anche blasonate pochi rimangano sulla cresta dell’ onda.
Molti invece vengono osservati dai traghettatori , puri e belli come era Maciste Bolchi.
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