Giustizia, il 12 giugno i referendum abrogativi, ecco quali sono e perché votare

Il 12 giugno la Giustizia salirà sul banco degli “imputati” e ad emettere la sentenza sarà il Popolo italiano. I quesiti sono complessi? Proviamo noi a spiegarveli

Secondo il sondaggista Renato Mannheimer, solo il 30% degli italiani è a conoscenza dei referendum abrogativi in tema di giustizia promossi da Lega e Radicali”. E di questi qualcuno ha persino bluffato, dichiarando di conoscerne i contenuti e mentendo spudoratamente.

Il nostro Paese, in effetti, non è il solo a scontare gravi criticità legate alla disinformazione dilagante ma quello del 12 giugno prossimo è un appuntamento importante .
Il contenuto dei quesiti referendari in questo caso c’entra solo in parte: il punto è che il referendum è l’espressione più alta della partecipazione democratica, dunque è fondamentale a prescindere.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Carlo Nordio, presidente del comitato “Sì per la libertà, sì per la giustizia” lo ha ammesso senza mezzi termini: “Questi quesiti – ha detto – a prima vista sono di difficile comprensione e questo è fisiologico, trattandosi di un referendum abrogativo. Ma questo non toglie nulla al fatto che gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi…

Quando si vota? È previsto un quorum?

Si voterà domenica 12 giugno, stesso giorno delle elezioni amministrative che si terranno per rinnovare i sindaci e i consigli comunali di 970 comuni, tra cui 21 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di regione: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo. Per la validità della consultazione referendaria è necessario però che si rechino alle urne metà degli aventi diritti al voto più uno.

I QUESITI:

La separazione delle funzioni dei magistrati.
Oggi, pm e giudici condividono la stessa carriera e si distinguono solo per funzioni. Il referendum, invece, punta a rendere definitiva la scelta, all’inizio della carriera, di una o dell’altra funzione.

Divieto di candidarsi (“Legge Severino”).
Il quesito punta a cancellare la legge Severino, che ha introdotto decadenza e incandidabilità dei condannati in via definitiva per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione, fissando inoltre un regime rigoroso per eletti e amministratori locali, non eleggibili o decaduti se condannati in primo grado. Con la vittoria dei sì, tornerebbe in vigore la legge precedente, che prevede l’interdizione dei pubblici uffici come pena accessoria decisa dal giudice.

ll referendum sulla limitazione delle misure cautelari punta a limitare i casi in cui è possibile disporre la custodia cautelare, cioè la detenzione degli indagati o impuntati prima della sentenza definitiva. Con la vittoria dei sì, i presupposti che consentono di arrestare qualcuno (prima che sia riconosciuto colpevole) vengono ristretti ai casi di pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti. La custodia cautelare non sarà confermata per il reato di finanziamento pubblico dei partiti.

Le liste dei candidati al Consiglio Superiore della Magistratura:
Il quesito riguarda le norme che regolano l’elezione della componente togata nel Csm: se vincessero i sì, sparirebbe l’obbligo di 25 firme di magistrati per proporre una candidatura. Secondo i promotori questo limiterebbe il peso delle correnti nel Consiglio Superiore.

Le pagelle degli avvocati ai magistrati
Con un intervento abrogativo di una legge del 2006, all’interno del Consiglio direttivo della Cassazione e dei Consigli giudiziari regionali, gli avvocati potrebbero valutare la professionalità di pm e giudici.

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