La zuppa di cozze del Giovedì Santo: tra sacro e profano

Perché a Napoli il Giovedì Santo si mangia la zuppa di cozze? Scopriamo insieme quali sono le origini di questa tradizione.

Le sue origini sono storico-romanzate più che frutto di una leggenda. Infatti i protagonisti di questa storia sono assolutamente coerenti con il loro vero carattere nella vita di tutti i giorni.Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli

Primo fra tutti, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli dal 1759 al 1816, con qualche interruzione. È famoso anche come il re lazzarone o il re nasone. E per non farsi mancare nulla anche come Ferdinando I delle Due Sicilie e Ferdinando III di Sicilia.

Era ghiotto di tutto ma pare lo fosse in maniera particolare dei frutti di mare. Abitualmente li pescava lui stesso. Nei laghi Patria e Fusaro quelli più pregiati. Sugli scogli di Posillipo e Marechiaro quelli più comuni .Era un pozzo senza fondo. La sua voracità era causa di continue e disastrose indigestioni e coliche. 

Da buona forchetta non si limitava a rimpinzarsi soltanto ma esigeva ricette molto elaborate.

Di conseguenza un piatto povero come la zuppa di cozze con ingredienti quali salsa forte di peperoni, aglio, olio, prezzemolo e pomodoro, mancava dei requisiti essenziali per arrivare sulla tavola del re.

Le sue abitudini culinarie sembra non piacessero molto al Frate Gregorio Maria Rocco che gli fece promettere di non esagerare con certi tipi di piatti almeno nella Settimana Santa. Ferdinando era a suo modo molto religioso per cui non avrebbe mai trasgredito a cuor leggero agli obblighi del buon cristiano. Tanto più se questi obblighi gli venivano ricordati da padre Rocco che non era un monaco qualunque.

Ferdinando però non voleva rinunciare alle cozze che amava e con furbizia ed abilità trovò una soluzione: ordinò un piatto semplice ma con le cozze protagoniste. Da quel momento a Napoli la sera del Giovedì Santo si mangia la Zuppa di Cozze.

Ecco tutti gli ingredienti che servono per preparare la classica zuppa di cozze napoletana:

  • 1,5 kg di cozze
  • 200 g di gamberi
  • frutti di mare (vongole, fasolari e altri a scelta)
  • 1 kg di polpo
  • concentrato di pomodoro q.b.
  • vino bianco q.b.
  • 1 spicchio di aglio
  • olio evo q.b.
  • peperoncino q.b. (oppure olio piccante)
  • prezzemolo q.b.

La prima cosa da fare per preparare la zuppa di cozze è pulire tutto il pesce. Gamberi, cozze e polipo andranno sciacquati e puliti al meglio per la preparazione. Il primo passaggio di cottura è quello del polpo, che va lessato per circa 40 minuti in acqua bollente salata e pepata. Sarà questa, poi, l’acqua che verrà utilizzata per bagnare i crostini di pane e insaporire la vostra zuppa. In una casseruola con coperchio fate cuocere per 5 minuti le vongole con un filo d’olio, in modo da farle aprire tutte, poi filtratene il sugo e tenetelo da parte. Ripetete la stessa operazione con le cozze e gli altri frutti di mare. In un’altra casseruola fate soffriggere l’aglio con l’olio, poi aggiungete il sugo filtrato di cozze e vongole e un pizzico di concentrato di pomodoro. A questo punto metteteci i gamberi, fateli cuocere 5 minuti e poi aggiungete il polpo a pezzi e tutti gli altri frutti di mare. Sfumate col vino e quando questo sarà evaporato, togliete dal fuoco e aggiungete una spolverata di prezzemolo e un pizzico di peperoncino, o meglio di olio piccante. Bagnate i crostini con l’acqua del polpo e aggiungeteli al piatto, magari versando un mestolo della stessa acqua anche nella zuppa, per darle un tocco di gusto in più. La vostra zuppa di cozze alla napoletana è pronta, buon appetito!

La ricetta risale al lontano 700, epoca in cui è vissuto Ferdinando I di Borbone il quale adorava le cozze al punto da pescarle personalmente e di giovedì santo si fece preparare questa zuppa a base di cozze, pomodoro e salsa piccante. Da allora questa cosa è rimasta nella tradizione del popolo.

Vuoi assaggiare la zuppa di cozze a Napoli, da Annarè devi andare , giovedì 14 aprile 2022 ore 20:30 spettacolo CH’E’ COZZE in PIAZZA DEL GESU’ -NAPOLI

Condividi questo post :

Facebook
Twitter
WhatsApp
LinkedIn
Email
Stampa