L’inno ucraino: spiegazione di un inno alla libertà ed alla gloria del Paese-ReportVesuviano

Da oramai quasi un mese stiamo assistendo al massacro causato dalla guerra russo-ucraina e tutti abbiamo avuto modo di ascoltare le note e le parole dell’inno ucraino.

Ma quale è la traduzione e quale il suo significato?

L’inno dell’Ucraina è Šče ne vmerla Ukraïny,  ‘l’Ucraina non è ancora morta‘ è stato composto tra il 1862 e il 1863 dal sacerdote greco-cattolico Mychajlo Verbyc’kyi, deciso a musicare un poema patriottico di Pavlo Čubynskyi e venne eseguito la prima volta nel 1864.

Ma occorre fare una breve sintesi storica per comprendere quanto la Ucraina sia stata martoriata nei secoli, partendo proprio dal periodo di composizione dell’Inno.

All’interno dell’Impero russo l’odierna Ucraina era divisa fra la Piccola Russia (i governatorati di Kiev, Char’kov, Poltava e Černigov), la Russia Meridionale (i governatorati di Ekaterinoslav, Cherson, Tauride e parte della Bessarabia) e la Russia Occidentale (i governatorati di Volinia e Podolia).

Gli ucraini, sudditi dell’Impero austriaco, (poi austroungarico) erano detti ruteni ed erano divisi fra il Regno di Galizia e Lodomiria la Bucovina e l’Ungheria.

Nonostante le promesse di autonomia contenute nel Trattato di Perejaslav, l’élite ucraina e i cosacchi non ricevettero mai le libertà che attendevano dall’Impero Russo.

Tuttavia, entro l’Impero, gli ucraini poterono arrivare ai gradi più alti della gerarchia e della Chiesa ortodossa russa.

Nell’ultimo periodo, il regime zarista portò avanti una politica di russificazione delle terre ucraine, sopprimendo l’uso della lingua ucraina nella stampa e in pubblico. Nell’impero asburgico vi era maggiore tolleranza per i Ruteni.

Nello stesso periodo l’Ucraina divenne il “granaio d’Europa” e Odessa, porto d’imbarco del grano, era la più grande città ucraina e la quarta dell’Impero russo.

Kiev e Kharkov erano centri dell’industria tessile.  Leopoli era la quarta città dell’Impero Austroungarico.

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Fra il 1917 e il 1922, in seguito alla Rivoluzione Russa, vi fu un lungo periodo di guerra civile e di anarchia con continui cambi di fazioni al potere; questo periodo fu segnato dall’esistenza di più entità statali separate:

  1. nei territori austroungarici di lingua ucraina fu proclamata la Repubblica Nazionale dell’Ucraina Occidentale
  • nell’area appartenuta all’Impero Russo si scontrarono la Repubblica popolare ucraina con capitale Kiev e la Repubblica socialista sovietica ucraina con capitale Charkov.

La Repubblica Popolare di Kiev fu riconosciuta dall’Impero Germanico, che ne impose il riconoscimento ai Bolscevichi nel trattato di Brest-Litovsk. Dal 1918 fu un centro dell’Armata Bianca.

Ponendo termine ad un periodo di aspre lotte, la Pace di Riga assegnò la Galizia e la Volinia alla Polonia, i sovietici ottennero il resto del paese e nel 1922 l’Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell’URSS come Repubblica socialista sovietica ucraina.

Quanto ai territori di lingua rutena dell’Impero Austro-ungarico, dopo l’esperienza effimera delle repubbliche indipendenti (Repubblica di Lemko-Rusyn, Repubblica huzula), furono divisi fra Polonia, (attuali Oblast’ di Leopoli, Volinia, Rovno, Ivano-Frankivs’k, e Tarnopol), Cecoslovacchia (Oblast’ di Transcarpazia) e Romania (l’odierno Oblast’ di Černivci).

Questi territori furono assegnati all’Ucraina (e quindi all’Unione Sovietica) solo dopo la Seconda guerra mondiale.

Fra il 1929 ed il 1933 la collettivizzazione forzata della terra provocò la morte per fame di milioni di persone: si tratta dello Holodomor, ricordato come il genocidio ucraino.

Fra il 1941 ed il 1944 l’Ucraina fu occupata dalle forze dell’Asse nell’ambito della campagna di Russia.

Oltre 30.000 ucraini si arruolarono nelle Waffen-SS in funzione antibolscevica e antirussa. In questo contesto si inserì anche l’attività nazionalista ed indipendentista dell’Esercito Insurrezionale Ucraino contro l’Armata Rossa.

Nel 1954, per celebrare “i 300 anni di amicizia tra Ucraina e Russia” (fatti coincidere con la pace di Perejaslav), l’U.R.S.S. decise di annettere la Crimea all’Ucraina, togliendola alla Federazione Russa.

Tutto ciò all’interno dell’Unione Sovietica, durante la presidenza di Nikita Sergeevič Chruščëv.

Nel periodo sovietico ebbe grande sviluppo industriale il bacino carbonifero del Donbass e ciò spostò l’equilibrio economico dell’Ucraina a favore delle aree più orientali e russofone.

Il 26 aprile 1986 ebbe luogo il disastro di Černobyl’, che ebbe conseguenze devastanti in termini di morti, malati, menomati, sfollati, nonché in termini di danni economici.

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Il 16 luglio 1990, durante la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il nuovo Parlamento adottò la Dichiarazione di sovranità dell’Ucraina.

 La dichiarazione stabilì i principi di autodeterminazione dell’Ucraina, la democrazia, l’economia politica e l’indipendenza, la priorità della legge ucraina sul territorio ucraino rispetto al diritto sovietico. Un mese prima, una simile dichiarazione fu adottata dal Parlamento della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Iniziò un periodo di confronto fra il Soviet centrale e le nuove autorità repubblicane.

Dopo il fallito golpe di agosto, il 24 agosto 1991 il Parlamento ucraino adottò l’Atto d’indipendenza dell’Ucraina attraverso il quale il Parlamento dichiarò l’Ucraina uno Stato indipendente e democratico.

Un referendum e la prima elezione presidenziale ebbero luogo il 1º dicembre 1991.

Quel giorno, più del 90% dell’elettorato espresse il proprio consenso all’Atto d’Indipendenza, e venne eletto come presidente del Parlamento Leonid Kravčuk, per servire come primo Presidente del Paese. Con un meeting a Brest, in Bielorussia l’8 dicembre, seguito dall’incontro di Alma Ata del 21 dicembre, i leader di Bielorussia, Russia e Ucraina dissolsero formalmente l’Unione Sovietica e formarono la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).

Fatta questa debita premessa la adozione ufficiale da parte della Repubblica popolare ucraina avvenne nel 1917, salvo poi essere bandito quando il Paese venne annesso alla RSS Ucraina, nel 1920, diventando parte integrante dell’Unione Sovietica.

Solo dopo la dissoluzione dell’Urss, quindi, venne adottato come inno del rinato Stato ucraino, ed eseguito in occasione del primo presidente del nuovo corso del Paese, Leonid Kravčuk, nel dicembre 1991.

Riportiamo, allora, il testo tradotto in italiano:

Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà

a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.

I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole,

e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero.

Daremo anima e corpo per la nostra libertà,

e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca.

Come si vede è un inno che inneggia alla indipendenza, alla libertà, alla gloria del popolo ucraino, dei giovani ucraini che sanno che il destino è dalla loro parte ed un giorno torneranno a vivere normalmente, non ci sarà più fuliggine ma un sorriso sul proprio volto.

È un inno per chi, da secoli, soffre persecuzioni, anarchia, guerra civile, annessioni, il recente conflitto

Ed orgogliosamente si proclamano Cosacchi una comunità militare stanziata in larga parte nella steppa tra Ucraina e alcune zone della Russia, storicamente opposta ai Bolscevichi durante gli anni della guerra civile russa.

La musica è una eco lontana, il cantare corale, del risveglio e del ritorno, del risorgere alla gloria. Le percussioni sono come di marcia ma marcia di chi ascende e poi, giunto in cima, inonda tutti di libertà, come le cascate di Alzov.

Giovanni Di Rubba

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