Raccontiamo l’8 Marzo con la leggenda di una ragazza medioevale che sfida i soprusi del suo aguzzino     

Oggi 8 Marzo si celebra la festività dedicata alle Donne.

Vogliamo, a tal proposito, proporvi una leggenda pomiglianese di diversi anni fa, che si perde nei secoli come tutte le leggende. 

Una storia che narra della Violenza sulle Donne e di epoche, neanche tanto lontane, di matrimoni combinati ed imposti.

La storia parte con una leggenda nella leggenda, una metastoria, di una misteriosa Signora Montgardin di cui nulla si sapeva se non che fosse stata una nobile venuta da lontano e che oramai era tornata alla Casa del Padre da anni, senza lasciare traccia della sua esistenza.

L’unico segno che attestava l’esistenza della Baronessa era il suo immenso maniero, un Castello Immenso che sorgeva in un placido luogo di campagna. 

Tale struttura era abbandonata da tempo, fin quando la acquisì, impossessandone con frode, un potente principe venuto dalla Capitale.

Un giorno, per caso, il Signore vide una giovane ragazza del posto, intenta ai suoi impegni e lavori. Una donna di rara bellezza, nonostante le umili condizioni aveva una grazia sublime ed un incedere elegante, capelli neri affusolati e vividi e pieni di vita occhi azzurri.

Se ne innamorò e, avvalendosi dei suoi scagnozzi e del suo potere e conoscenze, nonché del titolo, che si estendevano dal paesino di campagna sino a Napoli ed oltre.

Per sfuggire alle grinfie del Principe che di azzurro non aveva nulla, si rifugiò in un convento di suore partenopeo, convinta di essere al sicuro.

Ma il potere del Nobile arrivava sin lì e la medesima, complice il guardiano e giardiniere, fu rapita notte tempo con immenso spavento e l’impotenza delle Sorelle.

Giunta presso il Barone quest’ultimò le ordino di avvicinarsi, ma lei rifiutò. Egli insistette ed ad un altro diniego la prese a schiaffi, vinto da una rabbia congenita al suo carattere.

La fanciulla teneva tra le mani una statuina di una Madonnina Nera, e resistette ad altri soprusi finché il Barone tentò di abusare di lei contro la sua volontà.

A questo punto le suppliche aumentarono e l’Aguzzino vide la madonnina e cercò di sottrarla dalle mani della ragazza.

Improvvisamente l’intero Castello crollò sui due che morirono entrambi, un crollo che non può farci dimenticare, essendo la Festa della Donna, quello di Cotton a New York nel 1908.

Il malvagio Feudatario fu inghiottito in una voragine con la sua corte mentre la donna salì in cielo, “quell’enorme mistero volò”, con tra le mani la Madonnina ma viva e non in effige, ascese tra le stelle in tutto il suo splendore, e queste la accolsero in costellazione, al barlume della luna.

All’evento fu presente solo un contadino che raccontò la storia non creduto.

Secoli dopo un altro agricoltore, tra le macerie, trovò la statuetta della Madonnina che ripose in un urna, ma la stessa tornava sempre al medesimo posto così che ivi fu costruito un convento.

Il Coraggio della fanciulla medievale mostra, in quella epoca, che non solo grandi donne come Caterina da Siena, Santa Chiara, Santa Caterina et cetera ma anche questa anonima ragazza del popolo, che si ribellò ferma al suo Aguzzino.

Giovanni Di Rubba   

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