Napoli, Champions o morte

ll Napoli che ha perso in Coppa Italia contro la Fiorentina non è neanche parente alla lontano di quello che ha vinto a Bologna. Non è una questione solo di giocatori. Spalletti ne ha cambiati 6 nella formazione titolare, sono tanti. Ma è stata soprattutto una questione di testa. Non che in Coppa la squadra sia scesa in campo votata al martirio. E’ semplicemente che la Coppa Italia non è la priorità stagione. Per il Napoli quest’anno conta solo una cosa: arrivare in Champions.
Non diciamo una novità quando affermiamo che da quando c’è De Laurentiis alla guida della società azzurra la vittoria non è mai stata una priorità. Del resto sin dal primo contatto con la tifoseria azzurra lui fu estramente chiaro: “Non prometto lo scudetto, prometto che non falliremo mai”.
In pochi gli credettero. Sembravano parole di circostanza messe lì per non esagerare. Eravamo di fronte all’uomo che aveva rimesso in campo il Napoli. Come dice talvolta lui: “Ho preso il Napoli nella merda”. Dal primo approccio il nuovo presidente azzurro parlò di autofinanziamento. Non disse “Fair Play Finanziaro” perché Platini non l’aveva ancora inventato. Ma fu molto esplicito: “Per adesso è messo soldi, da ora in avanti la società dovrà andare avanti con le sue gambe”. Non precisò che i soldi non li aveva messi lui, ma erano un prestito. E che quel prestito sarebbe stato restituito con i soldi incassati con la società. Questo lo abbiamo scoperto dopo. Ma fu chiarissimo.
In pochi dettero peso alle sue parole. Il Napoli da anni versava in una situazione disastrata. Avere un nuovo presidente che ti promette che non sarebbe mai più successo sembrava una cosa fantastica.

De Laurentiis ha mentito spesso, come fanno tutti per altro. Ma mai quando si parla di soldi. Sui soldi lui non transige, e non mente.
Alla luce di questo è chiaro che la priorità della squadra in questo momento è una sola: arrivare in Champions. E’ in ballo il futuro della società. Già si parla di una drastica riduzione del monte-ingaggi. Per altro già ci siamo. Con gli addi di Manolas ed Insigne il risparmio lordo è di circa 18 milioni. Quasi 15 milioni di risparmio verranno con la scadenza dei contratti di Ghoulam e Mertens. I due potrebbero anche rinnovare, ma le condizioni sarebbero decisamente diverse.
Se non dovesse arrivare la qualificazione in Champions servirebbe un’ulteriore sfoltita, ovviamente. Quelli che guadagnano di più sono Koulibaly, Osimhen e Lozano. Poi c’è Zielinski. C’è il contratto di Fabian che va in scandenza tra 18 mesi. Tanta carne al fuoco. Senza i soldi della Champions secondo voi come andrà a finire?
Di qui la necessità di non fallire l’obiettivo. Per arrivare ai soldi della Champions ci sono due strade possibili. Una molto molto complessa, è quella che passa per la vittoria dell’Europa League. Al di là dell’ostacolo Barcellona, il cammino è impervio. La strada più logica è quella di arrivare tra le prime 4 in campionato. Impresa possibile, ci mancherebbe, ma tutt’altro che scontata. Il perché è presto detto. L’Inter appare destinata a vincere di nuovo lo scudetto, in ogni caso è inimmaginabile che non arrivi in una delle prime 4 posizioni. Restano, classifica alla mano, Milan, Napoli, Atalanta e Juve.

Il campionato sin qui ha detto che i bianconeri sono inferiori alle altre. Ma stiamo pur sempre parlando della Juve, con tutti gli annessi ed i connessi. Se il Napoli ha bisogno dei 50 milioni garantiti dalla Champions per non dover ridimensionare, per la Juve sono tanti in più. Ci sono gli incassi che sono mediamente almeno il doppio di quelli del Maradona. Ci sono sponsorizzazioni che il Napoli neanche si sogna, che salterebbero. E mentre il Napoli nonostante tutto ha un bel gruzzolo in banca, alla Juve sono alla canna del gas. Non che possano fallire, ci mancherebbe. Ma…
Pensare alla Juve fuori dalla prossima Champions è complicato.
Meno complicata, ma certamente complessa l’ipotesi di un Milan fuori dal grande giro. Non siamo ai livelli di debito dei bianconeri, ma insomma. E dietro il Milan c’è una spinta mediatica impressionante. Resta l’Atalanta, che però in questo momento va fortissimo. Quattro squadre per tre posti, numericamente le possibilità del Napoli di farcela sono tantissime. Ma non c’è sicurezza di nulla.
Quando Spalletti ha dovuto far rifiatare la squadra dal punto di vista mentale più ancora che da quello fisico non ha avuto dubbi. L’addio alla Coppa Italia è stato doloroso, ma forse è stato un male necessario. Magari se la partita ci fosse stata tra un mese, con l’organico al completo, sarebbe stato differente. Ma così..

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