Come ci si comporta se si convive con una o più persone positive al Covid 19?

Inutile premettere che le sanzioni penali e civili, così come le procedure da seguire, nulla possono se non ci si mette il buon senso e la volontà del risiedente sul suolo italico di fermare il contagio e mettere fine, o per lo meno, arginare la forza  di questo virus.

Iniziamo col dire che se un soggetto è egli stesso positivo e viola la quarantena l’articolo 260 del testo unico della legge sanitaria 265 disciplina la materia e prevede che “chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo è punito con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5.000”

Le forze dell’ordine posso valutare ipotesi di reati ancora più gravi. 

Può essere, ad esempio,  ipotizzata in alcuni casi la denuncia di epidemia dolosa o colposa, ove vi siano particolari elementi volitivi di chi compie il delitto (l’agente).

Passiamo alla convivenza, convivente è  non è solo e non per forza il coniuge, la prole, il compagno, ma chiunque risieda, anche per un particolar lasso di tempo, sotto lo stesso tetto.

Se si convive con una persona risultata positiva ad un tampone molecolare o antigenico-nonostante la differenza di portata ed affidabilità gli stessi sono equiparati- il convivente, secondo le regole del Ministero della Salute, deve essere considerato un contatto stretto, vale a dire un soggetto che ha avuto un’esposizione ad alto rischio ad un caso Covid-19 e potrebbe quindi essere stato contagiato.

Le ragioni sono ovvie, il convivente è più facilmente a contatto con le sue secrezioni e in un luogo più chiuso col soggetto.

In questi casi il decreto legge 229 del 31 dicembre 2021 stabilisce che anche se si convive con un positivo la quarantena non è necessaria se si è 

  1. asintomatici e 
  2. si ha già ricevuto la terza dose booster di vaccino, 
  3. ovvero se, sempre senza mostrare sintomi, si ha completato il ciclo vaccinale primario 
  4. o si è guarito da infezione da SARS-CoV-2 ma nei 120 giorni precedenti, cioè 4 mesi, all’esposizione al caso Covid-19. 

In tali casi, per uscire si dovrà indossare una mascherina modello FFP2 per 10 giorni dall’ultimo contatto sospetto e si sarà tenuto a praticare un’auto-monitorazione per 5 giorni, così da assicurarsi che non compaiano sintomi.

In ogni caso, anche se  asintomatico, avere un convivente positivo al Covid-19 significa porterà ad un allontanamento ed a un isolarsi da lui, rispettando alcune regole scrupolose.

Tali regole sono frutto di una semplice regola di buon senso, anche se più difficili da monitorare da parte delle Autorità, ma qualsiasi sensiente lo farebbe:  

  1. vivere in stanze separate, se possibile, 
  2. areare gli ambienti ogni 10 minuti, 
  3. igienizzare frequentemente gli oggetti e le superfici toccati o utilizzati dal positivo, 
  4. mangiare in luoghi separati o orari diversi ed indossare anche in casa le mascherine FFP”,

 Il tutto per ridurre al minimo il rischio di un contagio dato che tu sarai autorizzato a continuare a frequentare altre persone.

La situazione muta se, pur non avendo sintomi,

  1. non si ha ancora la terza dose e hai completato le prime due dosi, 
  2. o  si ha ricevuto una dose unica di Johnson&Johnson, da più di 4 mesi. 

In tal caso, infatti, se si possiede ancora un Green pass valido, si dovrà rimanere in quarantena per 5 giorni e al termine di questo periodo effettuare un tampone molecolare o antigenico con esito negativo. 

Questo perché la protezione fornita dal vaccino potrebbe essere ridotta, aumentando quindi la probabilità che tu contragga l’infezione.

Se nei casi supra, però, si inizia a manifestare dei sintomi da Covid-19,  come spiega il Ministero della Salute, 

“è prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi al Covid 19”.

La situazione peggiore, estrema, però, si verifica ù

  1. se non si è vaccinati, 
  2. se non si ha ancora completato il ciclo vaccinale primario 
  3. o se, per esempio, si è ricevuta la seconda dose (o la dose unica J&J) da meno di 14 giorni: 

in questa eventualità, se si vive nella stessa casa di un positivo Covid-19 si dovrà rimanere in quarantena per 10 giorni e rientrare in collettività soltanto con “un test molecolare o antigenico con risultato negativo”.

Esenti da queste norme gli operatori sanitari, a ragione del loro professione, per il ruolo delicato che svolgono, a prescindere dallo stato vaccinale, però,  dovranno “eseguire tamponi su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un soggetto contagiato”.

Giovanni Di Rubba

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