“Osimhen e la Coppa d’Africa: il Napoli ha le mani legate, dovrebbe intervenire il procuratore del ragazzo…”

Provate a mettervi nei panni di Osimhen. Ha 22 anni, per la prima volta può essere davvero protagonista con la sua nazionale alla Coppa d’Africa. Lui che viene da una famiglia poverissima, che sin da quando ha iniziato a dare due calci ad un pallone ha sognato questo momento. L’ha sognato quando era follia farlo. Adesso si trova ad un passo dal coronare il sogno della sua infanzia.

Provate a mettervi nei panni di De Laurentiis. Da un anno e mezzo paga profumatissimente un ragazzo che per un motivo o per un altro non è stato quasi mai a disposizione. A volte per sfortuna, a volte magari per imprudenza, come per il Covid che prese al suo paese lo scorso Natale. Il giocatore è da un mese che non gioca. Senza di lui il Napoli è crollato, basta vedere gli ultimi risultati. Già vedeva, giustamente, col fume negli occhi la Coppa d’Africa. L’idea di dover mandare il ragazzo, che ha non è ancora del tutto guarito dall’ultimo terribile incidente, a giocare gare durissime lo terrorizza.

Cosa fare? Certo, Osimhen non è più il ragazzino che sogna di essere protagonista che la sua nazionale in Coppa d’Africa. E’ un professionista strapagato, i suoi doveri verso chei lo paga profumatamente sono tanti. Il buon senso gli consiglierebbe di dire no alla nazionale. Tanto più che ha appena 22 anni avrà altre occasioni per coronare il sogno della sua infanzia.

Da parte sua De Laurentiis sa bene che potrebbe anche fermare il ragazzo, ma poi se lo troverebbe col muso per chi sa quanto tempo. La logica vorrebbe che lo fermasse a suon di certificati medici. Se la facesse però…

Una situazione imbarazzante. Dovrebbe essere il ragazzo a capire certe cose. Magari dovrebbe essere il suo procuratore a fargliele capire. In ogni caso una bruttissima situazione Colpa di una follia chiamata Coppa d’Africa che si gioca mentre i campionati non si fermano.

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