Leonardo Bonetti racconta il suo nuovo film. “Rebeniza. L’Ombra del Maestro”

Leonardo Bonetti

G: Buongiorno Leonardo, se vuoi presentarti per chi non ti conosce

L: Sono Leonardo Bonetti e mi occupo oramai da tempo di diversi settori dell’arte, musica, letteratura, cinema. Per questo preferisco definirmi autore.

Vengo dalla musica e dalla letteratura-essendo stati i miei studi essenzialmente letterari.

Nel 1984, con altri due amici fondo la band “Arpia”, tutt’ora in attività, ed i pezzi proposti sono una commistione di generi, potremmo definirla rock progressive, con ispirazioni dai gruppi anni ’70 quali i Genesis, i Pink Floyd, ma allo stesso tempo le ambientazioni risultano Dark, oscure, cupe.

Per quanto concerne la letteratura sono un amante della poesia, ne scrivo moltissime ma ne pubblico ben poche. La maggior parte delle mie opere edite ha, infatti, la forma del romanzo. Ho iniziato pubblicando una crestomanzia ma come vincitore di un concorso, l’attività scrittoria più composita iniziò nel 2009, quando la storica Casa Editrice Marietti mi scoprì.

Pubblicai la mia prima trilogia: Racconto d’Inverno, Racconto di Primavera e Racconto d’Estate, in parte ispirati, ma con diverse divergenze, al celebre Racconto d’Autunno di Tommaso Landolfi. Di Racconto d’Inverno uscì anche un disco.

G: Con “Rebeniza. L’Ombra del Maestro” sei al tuo secondo lungometraggio ed alla terza opera dietro la cinepresa. Cosa ti ha spinto, in questi ultimi anni, a varcare anche questi sentieri?

L: Occupandomi di diverse arti darmi al cinema non mi ha fatto sentire un turista. Anzi è stato ed è il giusto compimento di letteratura e musica.

Nella letteratura centrale è l’immagine, si pensi alle diverse figure retoriche che appaiono, metafora, sineddoche, metonimia, ed allo stesso tempo c’è il suono, presente nella musica ed anche nella letteratura.

Quindi per me la Parola è Suono ed il Cinema contiene in maniera più percepibile tuttiquesti elementi.

G: Veniamo al film. Puoi illustrarci brevemente la trama?

L: Rebeniza è il nome storpiato, il nomignolo, affibbiato ad un giovane documentarista in Italia oramai da vent’anni. Allievo di un famoso Maestro, quando questi scompare nel nulla egli tenta di portare avanti il documentario che il suo mentore aveva lasciato incompiuto.

La pellicola da terminare ha ad oggetto l’Amore in Italia ai Nostri Giorni, e Rebenienza si accinge ad intervistare illustri personaggi, seguendo il modus operandi del maestro, teologi, giornalisti, poeti, etc.

Parallelamente, ad un certo punto, inizia ad indagare sulla scomparsa del maestro ed indagando viene a galla una relazione tra di loro.

G: Il rapporto allievo-maestro si raccoglie e concentra, dunque, attorno ad una pellicola incompiuta.

Quanto c’è di tema del doppio e quanto di percorso  nei sentieri oscuri dell’Io del personaggio?

L: C’è molto di Tema del Doppio, l’allievo ad un certo punto ritorna dove era stato il maestro, come uno specchio della sua ombra. Finite le interviste incompiute, infatti, egli intervista ed interroga i personaggi già intervistati dal mentore.

Rebeniza è un orfano, è solo, proviene da un Paese distrutto e lacerato-la ex Jugoslavia-. Così si concentra sul maestro attuando una sorta di Complesso di Telemaco e cerca un Padre, un Maestro, una Patria che proietta sulla figura del maestro.

Ma egli è anche emblema del nostro millennio globalizzato, ove l’identità, se c’è, è in frantumi, ove mancano riferimenti solidi..

Il suo viaggio è un po’ come un percorso in un labirinto interiore. Di più, altro elemento è il nome, egli non ha nome ma Rebeniza, l’epiteto, è lo storpiamento di Srebrenica una città della Bosnia, mentre le sue origini sono Croate e Serbe.

Potremmo dire che egli, anche in questo caso, cerca un nome nel nome del maestro.

G:La pellicola oggetto del film ha un titolo all’apparenza innocuo: L’Amore ai Nostri Tempi in Italia. C’è da aspettarsi qualche storia scioccante che coinvolge le alte sfere, o qualcosa alla de Sade, o ancora un contenuto più misterioso che si cela nelle interviste?

L: L’Amore in Italia ai Nostri Tempi è un titolo che si ispira ad una serie di interviste effettuate nel 1963 da Pier Paolo Pasolini, Comizi d’Amore, in cui Pasolini si interroga sull’amore intervistando contemporaneamente e parallelamente ragazzi di strada e personaggi illustri.

Da questo punto di vista la citazione è purtroppo a negativo, nel film si intervistano solo uomini illustri. Questo perché la pellicola da me immaginata ha un contenuto più intellettuale, mentre Pasolini era di per sé, nello stile più carnale.

Ad ogni modo nel film emergerà una storia d’amore, una relazione di anni prima tra Rebeniza e una ragazza, ma il temperamento di Rebeniza, come emerge anche dalle indagini ed interviste da lui poste in essere, è possessivo, l’amore non è visto come dono e predomina, quindi, la gelosia e la vendetta.

Crescendo, però il protagonista si trasforma, ma lentamente.

G: Dal tuo punto di vista che riscontri stanno dando le Case Indipendenti nei diversi settori che navighi ed hai navigato e cosa ne pensi della attuale undergroung?

L: Per usare un eufemismo l’underground musicale è mutata di molto. Ha perso l’aderenza alla realtà locale e la sua diffusione tramite il passaparola. Quando fondai Arpia, nel 1984, non c’erano cover band importanti e ciò che si produceva veniva diffuso col passaparola appunto e co l’appoggio di alcune radio che ci consentivano anche di accedere ad un panorama nazionale.

Inoltre, e questo è l’aspetto centrale, la musica attuale è più musica di intrattenimento che musica di proposta.

Praticamente scomparse e pochissimo diffuse anche le demo type, che abbondavano sino a fine anni ’90.

Noi abbiamo una demo type in uscita a metà dicembre di quest’anno, Delusione, dal nostro primo album. Per quanto riguarda la produzione e diffusione la stessa è prodotta da una Casa Discografica spagnola e distribuita da una Casa USA.

Per quanto riguarda la letteratura è in uscita, sempre a dicembre di quest’anno, il giorno 6, un’altra opera, L’Isola che Non C’E’, che sarà proposto alla Fiera Internazionale del Libro di Roma da una nuovissima Casa Editrice, Il Ramo e la Foglia Edizioni.

G: Un’ultima domanda. Come è possibile visionare il tuo film “Rebeniza. L’Ombra del Maestro”

L: Il film è autoprodotto e dal 28 novembre, in Italia, è possibile acquistarlo sulle piattaforme Prime Video e Chili. All’estero sempre con Prime Video e con Racuten. La distribuzione, in Italia, Europa, USA e Canada ha visto l’interessamento della  Firmament Pictures.

Giovanni Di Rubba

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