Luigi Damasco (PD Pomigliano): «Pomigliano deve tornare simbolo di sviluppo. Politiche attive e rilancio industriale sono le priorità»

Pomigliano d’Arco – In un’epoca segnata da sfide epocali, tra transizione digitale, crisi industriali e cambiamenti sociali, Luigi Damasco, Vicesegretario del Partito Democratico di Pomigliano d’Arco, lancia un messaggio chiaro e deciso: «Politiche attive del lavoro e rilancio industriale devono essere le vere priorità del nostro territorio». Durante un partecipato evento al Parco Giovanni Paolo II di qualche settimana fa, affiancato da figure di spicco del PD come l’On. Mario Casillo e l’europarlamentare Lello Topo, Damasco ha delineato una strategia concreta per contrastare il declino produttivo della città vesuviana, un tempo faro dell’industria meridionale.

Qual è la visione di Luigi Damasco per il futuro di Pomigliano?

Damasco immagina un futuro in cui l’occupazione, la formazione e l’innovazione siano al centro di un nuovo modello di sviluppo. Le politiche attive del lavoro – ha affermato – sono oggi «strumenti fondamentali per promuovere inclusione sociale e occupabilità», soprattutto in un contesto di rapida evoluzione tecnologica. Per il dirigente dem, è necessario favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e rafforzare il tessuto produttivo locale.

Quale ruolo attribuisce Damasco alle amministrazioni locali?

Un ruolo cruciale e operativo. Le amministrazioni, secondo Damasco, devono potenziare la collaborazione con i Centri per l’Impiego, coinvolgere agenzie per il lavoro e attivare sportelli giovani, capaci di fornire servizi di orientamento e accompagnamento professionale. Solo così si potrà affrontare con efficacia la disoccupazione giovanile e il mismatch tra formazione e fabbisogni aziendali.

Quali sono le principali proposte per il rilancio industriale?

Il piano di Damasco è articolato e ambizioso. Prevede:
• Investimenti nella formazione tecnica superiore (ITS) nei settori chiave come meccatronica, aerospazio ed energia verde;
• La creazione di un polo formativo duale, capace di connettere scuole, enti accreditati e grandi imprese del territorio come Leonardo e Stellantis;
• Il rafforzamento dell’orientamento scolastico, già a partire dalle scuole superiori, per avvicinare i giovani alle carriere tecniche;
• L’impiego mirato di fondi europei e nazionali, come FSE+, Just Transition Fund e PNRR (Missioni 1 e 5), per finanziare formazione, innovazione e coesione sociale.

Che ruolo attribuisce alla Regione Campania?

Per Damasco, la Regione deve assumere la guida della cabina di regia del nuovo piano industriale territoriale. È il livello istituzionale che può e deve coordinare le politiche del lavoro, i fondi europei e i progetti di riconversione industriale. Un’azione che, secondo il vicesegretario PD, deve essere chiara, politicamente determinata e orientata a rilanciare Pomigliano e l’area metropolitana nel suo complesso.

Cosa rappresenta, per Damasco, la filiera industriale di Pomigliano?
«La vera ricchezza del nostro territorio», ha dichiarato con passione. Gli stabilimenti produttivi, e il loro indotto, sono per Damasco il cuore pulsante dell’economia locale, e vanno tutelati con determinazione. Il Partito Democratico – ha promesso – non resterà spettatore del declino: «Ci batteremo affinché Pomigliano torni ad essere un simbolo di sviluppo, lavoro e innovazione».

Un intervento, quello di Luigi Damasco, che prova a risvegliare una coscienza collettiva sopita, a scuotere le istituzioni e a riportare al centro dell’agenda politica il destino industriale e occupazionale di uno dei poli più emblematici del Sud Italia. La battaglia è appena cominciata, ma l’obiettivo è chiaro: Pomigliano non può rassegnarsi al declino.

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