Il Napoli ha conquistato il suo quarto scudetto, un trionfo che ha infiammato la città partenopea. La vittoria per 2-0 contro il Cagliari, con gol di Scott McTominay e Romelu Lukaku, ha sancito il successo.
Le celebrazioni sono state imponenti: tra 500.000 e un milione di persone hanno invaso le strade di Napoli, con epicentri in Piazza del Plebiscito e allo stadio Maradona. Senza considerare tutta l’area metropolitana di Napoli che era un fiume in piena di colori e di gioia. Il sindaco Gaetano Manfredi ha annunciato per lunedì un corteo con bus scoperto lungo il lungomare, evento atteso da anni.
Antonio Conte, artefice del successo, ha guidato la squadra con determinazione, nonostante le difficoltà e le partenze di giocatori chiave come Kvaratskhelia e Osimhen. Tuttavia, il suo futuro è incerto: le tensioni con il presidente De Laurentiis e le voci di un possibile ritorno alla Juventus alimentano i dubbi.
Il tricolore è la consacrazione di De Laurentiis, il grande artefice della nuova era azzurra. Il presidente che da oggi potrà dire con orgoglio di aver eguagliato gli scudetti dell’ingegnere Ferlaino, anche senza avere Maradona. Per completare l’opera gli manca solo un trionfo europeo, ma c’è tempo. E soprattutto c’è voglia di crescere ancora, c’è ambizione, c’è lungimiranza.
Sotto la guida di Antonio Conte, la squadra ha dimostrato che la determinazione, la resilienza e lo spirito di sacrificio possono superare le avversità e le aspettative.
Uno degli elementi chiave di questa stagione è stata la straordinaria solidità difensiva del Napoli. Nonostante gli infortuni di giocatori fondamentali come Alessandro Buongiorno, la squadra ha mantenuto una difesa impenetrabile, registrando 12 clean sheet in 20 partite, un record che non si vedeva da 43 anni . La capacità di Conte di adattare l’assetto difensivo e di instillare una mentalità vincente ha trasformato la retroguardia azzurra in un vero e proprio fortino.
Scott McTominay è stato il protagonista indiscusso della stagione. Arrivato dal Manchester United, ha segnato 12 gol in campionato, tra cui una spettacolare rovesciata contro il Cagliari, e ha ricevuto il premio di miglior giocatore della Serie A per il mese di aprile .
Oltre alle stelle come Scott McTominay, premiato come MVP della Serie A, e Romelu Lukaku, autore di 14 gol e 10 assist , il successo del Napoli è stato costruito anche grazie al contributo di giocatori spesso meno celebrati.
Matteo Politano: ha percorso instancabilmente la fascia destra, offrendo sia supporto offensivo che copertura difensiva, incarnando lo spirito di abnegazione richiesto da Conte.
Leonardo Spinazzola: sulla fascia sinistra, ha garantito equilibrio e dinamismo, diventando un elemento imprescindibile nello schema tattico.
André-Frank Zambo Anguissa: a centrocampo, ha assunto il ruolo di equilibratore, offrendo fisicità e intelligenza tattica, diventando l’anima del centrocampo azzurro.
Ritornando su Romelu Lukaku ha vissuto una stagione di rinascita. Pur non sempre sotto i riflettori, il suo lavoro di sponda, le sportellate con i difensori avversari e la capacità di far salire la squadra sono stati fondamentali. Con 14 gol e 10 assist, ha superato anche i numeri di Diego Armando Maradona in Serie A, dimostrando di essere un leader silenzioso ma determinante.
Il Napoli ha approfittato del calo dell’Inter, concentrata sulla Champions League, per conquistare il titolo. Pur senza un gioco spettacolare, la squadra ha mostrato grinta e determinazione, qualità che hanno fatto la differenza.
La città si prepara a festeggiare con il corteo di lunedì, mentre il futuro di Conte rimane in bilico. Intanto, McTominay, denominato McFratm da Mazzocchi, è già entrato nel cuore dei tifosi, simbolo di una stagione indimenticabile.
