Lo studente scrive a Renzi: “Di Maio inviato UE, ma a cosa serve studiare? Solo in Italia si diventa Ministro degli Esteri senza esperienza”

Esordio in edicola per il nuovo Riformista con il leader di Italia viva, Matteo Renzi, come direttore editoriale. Subito un contributo che farà discutere. Lo ha scritto uno studente di un liceo classico di Treviso.

Samuele scrive al giornale per lamentarsi della nomina di Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, a inviato UE nel Golfo Persico.

“Sono uno studente dell’ultimo anno di Liceo Classico e del primo anno di Conservatorio. Vivo a Treviso, dove sono nato, e mi appassiona profondamente la politica sia interna che estera. Recentemente, ho appreso che Luigi di Maio, con l’approvazione di Joseph Borrell, sta per essere nominato Inviato Speciale UE al Golfo Persico, con il compito di gestire le forniture di gas e petrolio provenienti da quella zona, particolarmente delicata dal punto di vista degli equilibri internazionali. Vorrei condividere con lei una riflessione personale su questo argomento”.

“Sono un ragazzo che sogna di intraprendere il corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, e considero questi temi molto seri e affascinanti. Personalmente, trovo questa nomina ingiusta, poco meritocratica e deludente. Ingiusta perché credo che in Italia ci sia un’ampia gamma di giovani diplomatici, funzionari, consoli o aspiranti tali che meritano una carriera soddisfacente, che potrebbe culminare o includere una nomina come quella che otterrà Di Maio. Penso a giovani che hanno dedicato ore di studio e fatto sacrifici per raggiungere tali obiettivi, scegliendo un percorso non semplice per ottenere soddisfazioni personali”.

Poi l’affondo: “Ritengo la nomina poco meritocratica in quanto conferma una preoccupazione che ho da tempo: oggi, sembra che nessuno abbia più un passato e non debba più rispondere delle cose dette o fatte. Di Maio è un individuo che è entrato in Parlamento con l’intenzione di combattere l’Europa, assumendo un atteggiamento ostile ed euroscettico. Ha sostenuto posizioni poco liberali, moderate ed europeiste, con una retorica poco istituzionale e profondamente populista. Inoltre, vi è un aspetto oggettivo legato ai titoli di studio che non si può ignorare: certamente si può imparare sul campo, ma ritengo che solo in Italia si possa diventare Ministro degli Esteri con un diploma di scuola superiore e senza esperienza lavorativa sostanziale alle spalle”.

E ancora: “Infine, trovo tutto ciò deludente perché penso che dall’Europa dovrebbe arrivare un messaggio diverso ai giovani: non si va avanti perché si “diventa amici di”, ma perché si “merita di”. Luigi di Maio avrà certamente maturato nel corso degli anni, ma non stiamo parlando di una posizione espressa male in un momento specifico, ma di un’intera carriera politica costruita su principi (molto discutibili) poi rinnegati una volta raggiunto un certo livello”.

Poi la chiosa amara: “Questo non dovrebbe essere il modello di carriera e di intraprendenza personale a cui un giovane europeo deve guardare, ed è un peccato che invece questa nomina vada proprio in questa direzione”.

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