Pomigliano, cattivo odore nell’aria

Pomigliano, sono giorni che si sente nell’aria puzza di bruciato di pneumatici e di asfalto nelle prime ore mattutine, in quelle ore che solitamente tante persone si dedicano al jogging nei parchi pubblici, e nelle ore seriali.


Un odore nauseante che viene accompagnato nel decorso delle giornate da una massiccia presenza di auto per la Città.


Dalla Rete Regionale Monitoraggio Qualità Aria – AGGLOMERATO NAPOLI – CASERTA dell’Arpac, sappiamo, ad oggi, che per Pomigliano d’Arco Area Asi (zona industriale) si sono rilevati 36 sforamenti di PM10. La legge ne consente in un anno, 365 gg, non più di 35 volte.


Un allarme che la Redazione di Report Vesuviano ha più volte segnalato di aver trattato, in una diretta con il professore Marco Trifuoggi, professore di chimica analitica della Università Federico II e in vari articoli redazionali.


Un fenomeno che si ripete spesso ad esempio nella zona di Giugliano (Napoli), in piena “terra dei fuochi”, e che si intensifica proprio con l’arrivo della bella stagione. Per questo motivo l’Agenzia regionale per l’Ambiente della Campania ha pubblicato un bando per ingaggiare “annusa-odori” che possano aiutare a individuare le cause di questi misteriosi miasmi che da anni ammorbano l’aria di quella zona. L’offerta è di 38 euro lordi, per 3 ore di lavoro.


Ci vogliono misure più dure ed incisive, dai social e per strada campeggia lo sconforto.


Il Sindaco di Pomigliano d’Arco prof. Del Mastro con ordinanza nr. 10 del 10/06/2022 stabiliva: il divieto, per qualsiasi tipologia di combustione all’aperto, anche per le deroghe consentite dall’art.l 82, comma 6 bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale); Il divieto di utilizzare generatori con la classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle; Il divieto per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso; Il potenziamento dei controlli riguardo il rispetto del divieto di utilizzo degli impianti termici a biomassa legnosa, di combustioni all’aperto e di spandimento dei liquami.

Come scrivemmo da queste pagine in un articolo del 22.03.2022, servirebbero misure nette ad esempio: incentivare l’uso della bicicletta, attraverso percorsi di sensibilizzazione e con buone pratiche di incentivazione all’uso delle piste ciclabili, se esistenti; Incentivi per l’acquisto di abbattitori di fuliggine, i quali sono dei dispositivi con sistema ad acqua, in grado di neutralizzare il 98% delle particelle di carbonio e fino al 50% degli odori emanati durante la combustione, funzionando tramite energia elettrica, in automatico; Inoltre, misure come le targhe alterne per contrastare l’inquinamento o almeno abbassare la media; Creare sistemi efficienti di utilizzo di navette pubbliche ecologiche così da vietare in delle fasce orarie, ad esempio nel week end, l’utilizzo dell’auto e garantire l’utilizzo di grandi parcheggi esistenti (ad esempio quello di via Roma, di viale Gandhi, ecc).

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